Dervio, 4 marzo 1917
Mio unico amore,
sento il bisogno di scriverti perché aspettando la tua risposta attenderei a lungo. […] Ora dunque mi sono messo qui al tavolo per scriverti perché sento che avrei bisogno di dirti tante cose.
Ma non so spiegarmi; quando ti ho detto che ti voglio sempre tanto bene ho detto tutto. Che mai non posso distaccare il mio pensiero da te, dalla mia famiglia, che solo per essa tutto sopporto, tutto soffro, tutto spero e ho fiducia che un giorno bello, pieno di sole e di vita mi sarà dato di abbracciarti e per non distaccarmi mai più. Ieri […] andai a fare […] una bellissima passeggiata a Bellano e a Varenna […] Che bei paesi, che ville, che vigne, giardini, ulivi, fiori e sempre camminate sulle rive del lago. In quelle ore pensavo a te e mi ricordavo di quella nostra passeggiata che facemmo a Salò e Riva il giorno delle nostre nozze! Mi sembrava proprio che le onde del lago, la severità e la dolcezza insieme dei monti mi sussurrassero all’orecchio e mi ripetessero quelle parole d’amore e quei baci che tu mi prodigavi in quella passeggiata e in quel giorno sì tanto solenne per noi. Invece ero solo, ma sentivo però il mio spirito volare, attraverso lo spazio, venirti a cercare e invitarti di unirti meco a contemplare queste meraviglie della natura, poiché tutte parlavano d’amore. Ma un amore fedele, costante, indissolubile. E questo io lo sento, lo nutro per te e capisco che non viene mai meno, anzi aumenta sempre più e volge all’infinito. […]
Sento che sono ancora degno di te, del tuo amore che mi immagino sarà sempre puro, immacolato come il mio. Per cui sento che ho bisogno di una tua parola che mi rinfranchi, che mi dica che mi ami ancora, sempre, che mi aspetti, che mi farai felice.
Una lettera d’amore particolarmente romantica scritta un secolo fa in un’occasione speciale? Ebbene no. È spedita dal fronte durante la prima guerra mondiale. Fa parte dell’intenso scambio epistolare di una coppia, un fitto carteggio che inizia il 21 giugno 1916 e termina nel 1918, rimasto più di novant’anni chiuso in una scatola nella stanza da letto di Felice. Un giorno, la nipote decide di recuperare, riordinare e pubblicare questa corrispondenza nel libro Lettere d’amore dal fronte di Felice el sartùur 1916-1918 (ApostrofoEditore, 2013)
Felice Arisi nasce a Pescarolo, in provincia di Cremona, il 21 dicembre 1884, sposa Maria Mozzi il 30 settembre 1909, hanno cinque figli, nel 1916 parte per la guerra e ritorna al suo amato paese due anni più tardi dopo un periodo di prigionia nel campo di Langensalza, una cittadina rurale dell’Unstrut-Hainich-Kreis, nella Turingia.
Gli storici hanno analizzato ampiamente ogni dettaglio della Grande Guerra mettendo in risalto anche gli errori strategici e lasciandoci l’amara consapevolezza che il conflitto è deciso dall’alto, che i Generali spostano migliaia di soldati e li inviano al fronte decretando il destino di uomini umili, artigiani, contadini, operai, ignari di strategie politico-militari più grandi di loro.
Se la maggioranza dei soldati semplici rimane sconosciuta alla Storia, molti si salvano dall’oblio grazie alla scrittura. Lettere, diari, cartoline documentano situazioni, mettono in luce il ventaglio delle sensazioni umane: la paura di un attacco, il pianto per la perdita di un compagno di sventura, la gioia per essere riusciti ancora una volta a scampare un pericolo, il conforto nella preghiera, il legame con gli affetti lontani.
Lettere d’amore dal fronte è una preziosa testimonianza. La guerra, il legame profondissimo tra due coniugi e la famiglia costituiscono i due piani narrativi. Sono tuttavia quasi assenti informazioni precise su interventi militari o descrizioni di battaglie: il centro del racconto è l’uomo, Felice e i suoi sentimenti.
Felice scrive molto, alcune sue lettere sono lunghe, ben scritte, se si pensa che ha frequentato solo la terza elementare. Un autodidatta ma avido lettore, rivela la nipote, di opere come I promessi sposi, I Sepolcri, La Divina Commedia e ovviamente La Bibbia data la sua fede convinta.
Colpisce che nel carteggio, indirizzato prevalentemente alla moglie, la guerra appaia addirittura come uno sfondo. I riferimenti alle circostanze di pericolo e disagio sono rapidi, fugaci. Allude alle condizioni atmosferiche “di giorno fa caldo, di notte fa freddo”, accenna alla paura per le avanzate, alla perdita del senso del tempo “non so più quando è domenica o lunedì”, a “pulci e pidocchi”, sassi e reticolati ma non insiste su particolari angoscianti, nemmeno quando accenna a un compagno morto sul colpo sotto un bombardamento o al ferimento del suo Tenente. Tra le righe si percepisce un “non detto”, indipendente dalla censura che interveniva sulla corrispondenza dal fronte, una volontà di tacere episodi dolorosi come se egli volesse proteggere i suoi cari dagli orrori della guerra.
“Sto bene” è la frequente frase introduttiva dei suoi scritti; “parliamo d’altro”, ripete spesso; “non spaventatevi”, scrive in occasione dell’avanzata sul Monte Sabotino; “ho ancora la fortuna di scrivervi”, dichiara dal campo di prigionia in Germania.
Brevi flash. Vero che Felice si trova di solito nelle retrovie, scelto dal Comando per la sua professione di sarto – da civile era specializzato nella confezione di abiti talari – ma anche dietro il fronte la situazione non era certo idilliaca. Non cuciva le uniformi in un atelier! Inoltre, non per questo è meno profondo il suo sentimento di una Patria libera. La sera, scrive spesso con ardore agli amici al fronte, noncurante che qualcuno lo definisca “imboscato”. Vorrebbe al contrario essere con loro.
Nella loro densa brevità, le sue sono istantanee verbali che lasciano intuire un filtro narrativo tra il suo mondo e la famiglia a casa. Protegge anche se stesso. Oltre alla fede, la sua salvezza è l’amore: per i figli, gli amici di Pescarolo, la famiglia, soprattutto la moglie.
Il sentimento che lo lega alla “sua” Maria è potente, espresso con pudore quasi a volerlo tutelare. Si firma con un casto “tuo aff.mo sposo”, ma emergono qua e là complicità coniugale, intesa fisica tra un uomo e una donna, intensità di un’unione evocata dai “caldi affettuosi baci appassionati”, il ricordo delle sue carezze, il desiderio di stringerla forte a sé e baciarla a lungo. È bisogno di un contatto con la “sua” donna e non con una femmina qualsiasi che sarebbe stato facile per lui trovare in zona, come molti altri soldati. La bellissima espressione “ti bacio il cuore”, con cui conclude una delle sue dichiarazioni sentimentali, unisce passione e profondità di un legame. È sete d’amore che si placa nella “sua” Maria “fonte d’acqua freschissima” cui “porse avidamente le labbra”, scrive ricordando alcuni momenti stupendi trascorsi con lei durante una licenza. Non è l’ardore di un istante, è la confessione di un sentimento completo e duraturo. Come non percepire anche in queste pagine un “non detto” sulla tragicità delle condizioni al fronte e sulla forza di sopravvivenza dell’uomo?
Le parole di quasi venerazione di Felice per la moglie si rincorrono da una lettera all’altra. Su una incolla addirittura petali di violetta per il suo “unico amore”, “unico tesoro”.
Dicono che l’amore aggiunge, non sottrae; arricchisce, non toglie; accende le tinte di un arcobaleno che, lì sul fronte, è oscurato dalle tenebre della violenza.
Questo libro consegna un destino individuale che, pur nelle avversità, si racconta attraverso il sentimento dell’amore, linfa in ogni momento della vita.
Molto toccante: lo cercherò.
A me è piaciuto molto perché vero e autentico nella sua semplicità.
ma che tenerezza ! 🙂
Vero? Trovo sia una dichiarazione d’amore stupenda.
sì!!!!!!!!!
Da lasciarci il cuore proprio! ❤️
<3
🌹😊
Cara Primula non ti smentisci mai.
Un bellissimo omaggio all’amore in contrapposizione al farlocco San Valentino del 14 febbraio.
Ci sono per fortuna molti libriccini, libricini in quanto brevi non per mancanza di pregnanza,che raccolgono le lettere d’amore scritte dal fronte nella guerra soprattutto del 15-18 l’ultima che fu combattuta faccia faccia da uomini (e quei mi viene in mente la canzone di De Andrè la Guerra di Piero) e ancora il film di Mario Monicelli la Grande Guerra ma ce ne sarebbero altri e altrettanto interessanti il mio e’soltanto un flash.
Senza andare lontano mia nonna sposata giovanissima a mio nonno che prese parte nell’ultima fase della guerra conservava delle lettere di mio nonno conosciuto pochi mesi prima e poi sposato nel 1920.
SheraGraziegraziebacibaci
Ps. Ti suggerisco un film di Steven Spielberg in una guerra che fece carne da macello di esserei umani e animali intitolato War Horse.
San Valentino? Cos’è? 😉
Scherzi a parte, non amo “festeggiare” l’amore a comando.
Conosco bene i libretti di cui parli, sono appassionata di Storia e di storie di vita e questi ne sono intrisi. Quando vado in montagna in Alto Adige ho percorso tante volte i sentieri delle trincee della prima guerra mondiale. Un’esperienza per la memoria storica. Il film di Monicelli è un capolavoro.
GrazieatecaraShera
Un abbraccio 😘
Buonanotte a te 🌷🌺⚘
Notte serena! ✨💫💤
Che bello, stupendo, grazie di questo post, un abbraccio cara, <3
Quando si parla di amore vero fa sempre bene al cuore. Le lettere di Felice dimostrano che anche nelle condizioni più difficili questo sentimento salva.
Un grande abbraccio a te Laura e buona giornata. 😊
Bacioni cara, <3
🌹😘
Incantevole questa lettera d’amore. Libro da leggere. Un caro abbraccio
Grazie Enrico, ricambio l’abbraccio. 🙂
Il libro è davvero tenero e stracolmo di sentimenti veri, molte altre lettere hanno lo stesso tono delicato e intenso nel contempo. Quelle scritte ai figli sono una delizia. Non è il grado di istruzione che ci regala la sensibilità, Felice non aveva nemmeno terminato le scuole elementari…
Quanta dolcezza! Forse oggi l’unico vero “dramma” di questo sentimento, è che l’amore spesso lo prendiamo in considerazione nei momenti più dolorosi della nostra vita, quando le forze ci stanno abbandonando o quando la vita stessa si sta accanendo, e allora lo rispolveriamo, mentre poi tutti i giorni della nostra quotidianità lo diamo per scontato. Ecco ho detto una cosa da baci perugina, che manco la Pausini con le sue canzoni! Però so che mi perdonerai 😉 Certo a trovarli uomini così… e chi se lo fa scappare più.
È vero, spesso diamo per scontati gli affetti che abbiamo accanto sapendo che ci sono e ci saranno sempre. Invece vanno nutriti quotidianamente.
Non so cosa scrivano ora sui fogliettini dei baci perugina, già non mi piacciono come gusto e solo l’idea di leggere qualche frasetta della Pausini… insomma fosse per me la ditta potrebbe fallire 😀 Ma tu non sei da cioccolatino… <3
Quanta tenerezza disarmante!
Non sai quando l’ho letto! Scoprire man mano la semplicità di un uomo di umili origini ma ricchissimo dentro è stata un’esperienza. E l’amore sconfinato per la sua donna!… <3
Sa di buono e pulito 😊
Perché profondamente vero.
molto interessante questo tuo articolo, anche perché sottolinea molto bene la capacità delle persone di sentirsi vicine l’un l’altra, perché è proprio con la forza dell’amore o con quel sentimento che ci fa continuare. ho visto serate molto interessanti sull’argomento è non finiscono mai di emozionare!
Sono un’appassionata di questo genere letterario, anche al di là del caso specifico mi è sempre piaciuto leggere la corrispondenza degli autori perché rivela tanto di loro. Come te ho assistito a parecchie rievocazioni storiche del periodo della prima guerra mondiale, soprattutto in montagna in Alto Adige ripercorrendo camminamenti e trincee e parlando con alcuni soldati nipoti/pronipoti di Kaiserjäger tedeschi o alpini italiani.
L’ho raccontato qui e qui a un anno di distanza in occasione delle commemorazioni per il centenario della guerra (mi permetto di proporteli). Sono incontri sempre emozionanti, hai ragione.
Colpisce la tenerezza e la delicatezza negli scritti di Felice Arisi che mai pone la guerra in rilievo. Si preoccupa di tranquillizzare i suoi cari senza far cenno negativo sulla sua sorte. Sono lettere appassionate, di una grandezza infinita dove il cuore è il grande protagonista.
Grazie per questo bellissimo post.
Un abbraccio forte ♥
Cara Affy, Felice è davvero un uomo d’altri tempi, con attenzioni verso la sua donna che fanno tenerezza e suscitano ammirazione al tempo stesso.
Grazie a te per avere letto!
Ricambio l’abbraccio 😚
lettere autentiche che sotto mostrano il lato umano di una guerra non voluta ma imposta dall’alto. Certo niente orrori ma semplici e forti sentimenti.
La guerra è IL male. Nella loro semplicità e autenticità di sentimenti queste lettere testimoniano che la guerra può uccidere il corpo mai l’anima.
del tutto d’accordo
È un piacere trovarsi in armonia su ciò che conta davvero nella vita!
è vero.
😉
Ció che lascia senza parole è che Felice cerca di scrivere a sua moglie senza farle pesare il fatto che é lontano da casa per via della guerra .. un vero uomo romantico: ne esisteranno ancora ?
In altre lettere s’interessa della vita del paese, dei figli e degli amici come fosse a casa. Un uomo che ha fatto dell’amore la sua guida.
Io credo ne esistano ancora, forse temono di essere derisi dalla superficialità generale.
Grazie per essere qui! 😊
parole che oggi sono scomparse…..
ciao primula, ottimo post!
E se fossero solo nascoste? Forse sono un’inguaribile ottimista. 😏
Grazie Antonio, a presto! 😊
Quanto sono belle le lettere d’amore… oggi non se ne scrivono quasi più. Sono d’accordo con te: la scrittura ci salva dall’oblio. Buona giornata!
Toglierei proprio il quasi. E avremmo così bisogno di fermare i sentimenti nero su bianco!
Grazie! Buon pomeriggio a te. 😊
questo tuo bellissimo post ricorda, testimonia, certifica, cassa i valori di un tempo ormai perduti in un progresso che spersonalizza. Parlo di “valori” e non di amore perché credo che il Soldato Felice nelle sue missive esprimesse qualcosa di molto più grande.
Giusto, valori. Queste lettere sono intrise di “dono di sé” espresso con semplicità e genuinità poiché Felice ne è dotato per natura, non se l’è costruito addosso artificiosamente per salvaguardare un’immagine.
ecco, lo vedi che ci capiamo sempre? 😉
Eh, è la vita vera e se non ci intendiamo su questa sopprattutto se si è vissuta con intensità… 😉
ci intendiamo… ci intendiamo… 😉
😉
Già il titolo dice tutto. Torno a leggerlo appena possibile. Ora una scorsa veloce e a più tardi. Un abbraccio. Isabella
Quando vuoi cara Isabella. 🌹
molto intenso!
Immaginalo ai giorni nostri….altro che scambio epistolare, una raffica di messaggi Whatsapp!!!
un caro saluto
Almeno whatsappate con uno spruzzo di romanticismo, lo spero!
Grazie Antonio e buona serata. 😊
Bel post cara Primula. Commovente, tenero, intenso. Felice innamorato, ha l’animo di un poeta che parlando all’amata dimentica le brutture della guerra, quasi non lo riguarda. Eppure ”quella” guerra fu terribile sotto tanti punti di vista, e ci ha lasciato, attraverso le tante lettere dal fronte testimonianza di vite semplici ma ricche di valori. Ricordi il mio post a riguardo con quella lettera del fante che a me colpì molto per il suo italiano stentato ? Ecco io credo che rileggere queste lettere sia interessante per chiunque voglia ascoltare le voci di uomini giovani, quasi anche bambini, così pieni di ideali e così lontani dal mondo di oggi vuoto, chiuso in se stesso, senza punti di riferimento. Baci. Isabella
Carissima Isabella,
ricordo molto bene quel tuo post: completava alla perfezione i ricordi che avevo raccontato e fotografato dalle mie escursioni in Alto Adige sul fronte italo-austriaco. Queste lettere dovrebbero essere inserite nel programma di Storia, lette e commentate a scuola. Per fortuna qualche insegnante lo fa.
Un grande abbraccio. 🙂 😙
Sono infatti testimonianze importanti di un periodo storico che non andrebbero dimenticate. Un caro abbraccio a te. Isabella
Serena notte. 😊
Buongiorno cara Primula
In leggero ritardo per il buongiorno, ti auguro che la giornata prosegua e si concluda al meglio.
Bacione.
In leggero ritardo anch’io, dopo aver tenuto per tra giorni Arianna il ciclone, pure raffreddata. Vado a ninna, sono distrutta. Un abbraccio. Isabella
Ci stiamo rincorrendo cara Isabella.
Buona settimana, e cerca di ricavare un po’ di tempo per te se possibile.
Un abbraccio <3
Per me davvero poco cara Primula. Ma farò il possibile. Baci. Isabella
Fai con calma!
Un abbraccio 🙂
Io ci provo, ma correre è il mio mestiere. Baci
Dai, Isabella! A bon titolo “nonna sprint” 🙂
Tra un po’ è primavera…
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Eh già. Anche se qui oggi è ancora inverno. Vento forte e pioggia in arrivo. Buon week end cara Primula. Isabella
Pure qui. ☹️
Grazie Isabella, anche a te!
Ciao e a presto.
😊🌹
Cercherò il libro, probabilmente ho bisogno di leggere una cosa così bella e pura. Grazie!
Mi farai sapere ma sono certa che non te ne pentirai. 🙂
Mi ha commossa… queste sono cose che ha scritto la vita reale, tempi perduti nella storia.. ma questa lettere e un testimone d’amore..
ti abbraccio cara Primula bussi Rebecca ♥
Sono davvero emozionanti Rebecca anche se scritte in uno stile semplice, o forse proprio per quello.
Ti abbraccio anch’io. 😘
Allora posso dirti una cosa, nella semplicità c’è la qualità e la sincerità.. oggi alcune poesie per esempio hanno tanto di queste parole raffinate che ci vuole un vocabolario per comprendere.. una lettera come questa non ha bisogno una laurea per capire.. basta il cuore che sa leggere… mi sono prolungata 😀 bussi cara Primula
Mi piacciono i commenti lunghi 😉
questo mi fa piacere 😉
😉
♥… buona serata
Grazie Pif! Anche a te! 😘
😉 grazie
🌹
buon sabato 😉
Grazie Pif. Buona domenica a voi! 😙
e anche a te e alla tua famiglia una buona domenica ♥
😊🌹
grazie 😉
fantastico trovare certe lettere, non è solo Storia con la S maiuscola, sono vere e proprie storie
Sì, ognuna è un piccolo frammento utile a comporre un mosaico unico e irripetibile come lo è la vita di ciascuno di noi.
Grazie del passaggio. Verrò a leggerti presto 🙂