Blu alabastro,
pianoforte salmastro –
mani di Chopin.
All’ascolto di Arthur Rubinstein nel Notturno op.9 n. 1 di Chopin.
Blu alabastro,
pianoforte salmastro –
mani di Chopin.
All’ascolto di Arthur Rubinstein nel Notturno op.9 n. 1 di Chopin.
Sbuffi di nubi
accarezzano
un sole rarefatto
nell’orizzonte lontano di un angolo di mondo.
In un quadro statico,
echi di ore stanche,
cigolii di barche pigre:
composizioni armoniche di virtuali accordi.
Le acque del grande fiume,
sentiero dai guizzi lattescenti,
si aggrappano alle chiglie stanche come a radici appassite,
si arrendono in mulinelli bizzarri a perle di ghiaccio sulle sponde.
La fissità opalina
di uno spazio senza fretta
e di un tempo sospeso
partorisce pensieri.
Sono il suono dell’inverno,
vita inerte solo in apparenza.
It’s a kind of magic
One dream one soul, one prize
One goal, one golden glance of what should be
This flame that burns inside of me
I’m hearing secret harmonies
It’s a kind of magic
The bell that rings inside your mind
It’s challenging the doors of time
It’s a kind of magic
……………………..
This rage that lasts a thousand years
………………………
Will soon be gone
……………………..
This is a kind of magic
Cin cin ! Cheers ! Za zdoròvie ! Cin cin !
Saúder ! Salud ! Prost ! À la santé!
Yung sing ! Gom bui! Kanpai!
Riempire il bicchiere, Cin!
ricordare fino a immagi-
nare, corteggiare idee
refrattarie, trasfor –
mare schizzo in
realizzo, fi –
losofia in
sceno-
gra-
fia.
È
il
n
u
o
v
o
cantiere. Bilancio? No, rilancio. La ripartenza è consistenza.
Cin cin ! Cheers ! Za zdoròvie ! Saúder ! Salud ! Prost ! À la santé!
Ma Bohème continua il suo viaggio insieme a voi.
© Primula
Graziella Borgna Pensieri, olio su tela
Pensieri:
Spesso
Sussurri soavi di sentimenti sinceri
Suadenti sensazioni di stupenda serenità
Specchi rassicuranti dai riflessi cristallini
E sovente
Serpenti sibilanti e striscianti in testa scacciati solo da sagace saggezza.
Così scriveva Segantini in una lettera scritta il 28 dicembre 1889 al collega e amico Vittore Grubicy:
“A mè piace fare all’amore colle mie concessioni, carezzarle nel mio cervello, amarle nel mio quore, malgrado brucio dalla voglia di vederle riprodotte, ma mi mortifico e mi contento di prepararle un buon alloggio, intanto le continuo a vederle cogli occhi della mente, la in quel dato ambiente, in quelle positure, con quel dato sentimento. Isomma io voglio che nel quadro non si veda la fatica poverile dell’Uomo, voglio che il quadro sia il pensiero fuso nel colore.”
Una ragazza alla finestra: osserva; i suoi pensieri parlano; pare di sentirli, immaginarli e vederli attraverso i suoi occhi a noi sconosciuti. Una simbiosi fisica e mentale tra un doppio sguardo e un doppio pensiero.
Salvador Dalì
Ragazza alla finestra (Muchacha en la ventana) 1925
Olio su tela, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia – Madrid