Durante le festività natalizie di un 2021 che volge al termine, le vie del centro di Cremona s’illuminano con le parole di alcune canzoni di Mina. La melodia dei brani e la voce cristallina della cantante cremonese accompagnano i passanti.
L’atmosfera è piacevole e rilassante.
Dopo moltissimo tempo, mi riaffaccio alla finestra di questo spazio per augurare a voi tutte e tutti il meglio in un periodo non certo facile.
Che siano giornate serene. L’auspicio di un Natale e di un anno nuovo davvero buoni.
Mancano pochi giorni a Natale e sono in ritardo su tutto. Capita.
Le corse frenetiche del weekend non mi hanno tuttavia impedito di riflettere e osservare.
Rifletto … Il momento storico che stiamo vivendo non è dei migliori. I problemi sociali ed economici sono seri e pesanti, la corruzione è ovunque, la risposta politica non sembra per il momento sempre adeguata alla gravità.
È periodo comunque di una rinascita. Non smetto di crederci, sia nel suo significato religioso sia in quello più laico.
Osservo … Si è cercato di creare, nonostante tutto, il solito clima di festa, di calore e colore: le decorazioni natalizie illuminano le strade e le riscaldano con luci bianche, azzurre, sgargianti, intermittenti; le vetrine dei negozi accolgono lo sguardo dei passanti con Babbi Natale ammiccanti, pupazzetti dalle fogge più strane, statuine e paesaggi da presepe dal vintage al futuristico.
In quest’atmosfera anche gli incontri abituali diventano particolarmente entusiasmanti: baci, abbracci, auguri, saluti speciali a chi parte e lascia la città anche solo per qualche giorno.
Il periodo natalizio amplifica e rende solenni i gesti consueti, le parole comuni.
Entrando nei negozi o nei centri commerciali, si è accolti dal tepore dell’interno e cullati dal sottofondo dei canti di Natale. Sembra vogliano ispirare una sorta di stand by da pensieri e problemi. E seguo questo suggerimento.
Li sentiamo un po’ ovunque, sono sempre gli stessi. Possono piacere o no, comunque esistono.
I CD incisi per l’occasione ormai non si contano più e, anche in questo settore, siamo travolti dalla cultura anglosassone.
Vero che la tradizione dei Christmas Carols e canzoni dedicate al tema è “cosa seria” ma, con vero piacere, rispondo ai vari Nat King Cole, John Lennon, Elvis Presley, Ella Fitzgerald, Michael Bublé, per citare alcuni interpreti peraltro bravissimi, con qualche brano della tradizione francese, forse meno noto oltre i confini, o comunque meno diffuso.
È con questa mia personale mini playlist che auguro a tutti con allegria un Natale di serenità interiore, affetti veri, spiritualità autentica. Ne abbiamo tutti bisogno, facciamone un po’ di scorta. 😉
Alors, on y va!
Petit Papa Noël è un brano natalizio molto popolare in Francia; la versione più famosa è quella cantata da Tino Rossi e incisa nel 1946.
Sono seguite nel tempo varie cover, da Dalida, Mireille Mathieu e Céline Dion per citarne alcune molto conosciute, ma il fascino dell’originale è insuperabile.
È un Natale reso particolarmente intimo dall’abbondante nevicata. Inginocchiati vicino ai loro letti, prima di addormentarsi i bambini rivolgono una semplice preghiera a Babbo Natale. Uno di loro lo supplica di non dimenticarsi di depositare i doni accanto alla sua scarpetta, tradizione tipicamente francese. Il suo è un sogno che desidera diventi realtà.
Questa è la versione originale del 1946.
C’est la belle nuit de Noël
La neige étend son manteau blanc
Et les yeux levés vers le ciel
A genoux, les petits enfants Avant de fermer les paupières
Font une dernière prière. [Refrain:]
Petit papa Noël
Quand tu descendras du ciel
Avec des jouets par milliers
N’oublie pas mon petit soulier.
Mais avant de partir
Il faudra bien te couvrir
Dehors tu vas avoir si froid
C’est un peu à cause de moi.
Il me tarde que le jour se lève
Pour voir si tu m’as apporté
Tous les beaux joujoux que je vois en rêve
Et que je t’ai commandés. [Refrain:]
Le marchand de sable est passé
Les enfants vont faire dodo
Et tu vas pouvoir commencer
Avec ta hotte sur le dos
Au son des cloches des églises
Ta distribution de surprises. [Refrain:]
Si tu dois t’arrêter
Sur les toits du monde entier
Tout ça avant demain matin,
mets-toi vite, vite en chemin.
Et quand tu seras sur ton beau nuage
Viens d’abord sur notre maison
Je n’ai pas été tous les jours très sage
Mais j’en demande pardon. [Refrain:]
Molto diverso è il brano Le Noël des enfants noirs cantata da Charles Trenet (prima versione del 1955).
Il testo è davvero bello: i piccoli africani pregano lo stesso Dio dei bimbi bianchi, come loro guardano il cielo aspettando l’arrivo di Babbo Natale, come loro attendono I Re Magi davanti alla capanna e al Bambino nella mangiatoia.
Sanno che i giocattoli più belli andranno ai figli dei ricchi, ma non se ne preoccupano perché un angelo li accarezza, li bacia dicendo a ognuno di loro : “c’è posto in cielo, ti potrai divertire”.
Resta tuttavia un mistero che li tormenta un po’: “perché in terra d’Africa il buon Dio è bianco? Perché?”
Il canto si chiude su questa domanda che resta senza risposta.
Les petits Noirs d’Afrique Ont le même Bon Dieu que nous Ils lui chantent les mêmes cantiques Tout comme nous à genoux Et vers la fin décembre Tout comme nous ils regardent le ciel Jusqu’à ce qu’ils voient descendre Dans la nuit le Père Noël Ils se souviennent d’Hérode De ce roi qui fut si méchant Aussi jamais ils ne rôdent A travers les bois et les champs Ils restent comme des images Eblouis devant la crèche En attendant les Rois Mages Devant Jésus sur la paille sèche Ils savent mais ils s’en fichent Que les plus jolis joujoux Iront aux enfants des riches Mais ils sentent là sur leur joue La caresse d’un ange qui passe Et qui leur donne un baiser En leur disant : “Y a d’la place Au ciel tu pourras t’amuser” Mais une chose les tourmente Ils en parlent souvent à mi-voix C’est comme un rêve qui les hante Et leur met le cœur en désarroi C’est un mystère qu’on n’explique jamais Pensent-ils tout tremblants Pourquoi sur la terre d’Afrique Le Bon Dieu est-il blanc ? Pourquoi… ?
Concludo con due brani davvero notissimi, se non altro perché sono adattamenti dalle versioni inglese e tedesca.
Il primo è Vive le vent, conosciuta come Jingle Bells, adattata in francese da Francis Blanche nel 1948. La differenza è che invece di sentire il suono delle campane e di divertirsi su una slitta, qui si canta al vento.
Il testo è ricco di assonanze, allitterazioni, espressioni onomatopeiche che rendono il sibilo dell’aria fredda. Si canta anche al tempo invernale allietato dai fiocchi di neve che danzano al ritmo del vento e si augura “Buon Anno”. Insomma, un’atmosfera di festa che fluttua in ogni casa.
Questa è la versione recente del 2012 arrangiata dal grande Michel Legrand e cantata da Mika, a dimostrazione che queste tradizioni sono rivalutate anche dalle nuove generazioni.
Sur le long chemin Tout blanc de neige blanche Un vieux monsieur s’avance Avec sa canne dans la main Et tout là-haut le vent Qui siffle dans les branches Lui souffle la romance Qu’il chantait petit enfant : [Refrain:] Vive le vent, vive le vent Vive le vent d’hiver Qui s’en va sifflant, soufflant Dans les grands sapins verts… Oh ! Vive le temps, vive le temps Vive le temps d’hiver Boule de neige et jour de l’an Et bonne année grand-mère… Joyeux, joyeux Noël Aux mille bougies Quand chantent vers le ciel Les cloches de la nuit, Oh ! Vive le vent, vive le vent Vive le vent d’hiver Qui rapporte aux vieux enfants Leurs souvenirs d’hier… Et le vieux monsieur Descend vers le village, C’est l’heure où tout est sage Et l’ombre danse au coin du feu Mais dans chaque maison Il flotte un air de fête Partout la table est prête Et l’on entend la même chanson : [Refrain:] Boule de neige et jour de l’an Et bonne année grand-mère ! Vive le vent d’hiver!
Il secondo è un classico: Douce Nuit, Stille Nacht/Silent Night/Astro del Ciel, canto natalizio di origine austriaca e riproposto in varie lingue in tutto il mondo.
E ora non mi resta che augurare a voi, davvero dal cuore,