E ti interroghi su cosa sia
– amore –
È – dirò –
un avvicinarsi,
un supporre allo spettro
un nuovo colore,
un rincorrersi
come di parole,
un approssimare
all’impossibile
e restare sulla soglia
a torcere definizioni.
Carlotta Pederzani , inedito, gennaio 2014
Quante volte ci siamo interrogati sull’essenza dell’amore, sulla genesi di questo sentimento, sulla sua crescita in noi o sulla sua fine?
Quanti testi, in versi, prosa o musica, in cui autori hanno proposto definizioni rivelatesi effimeri tentativi?
Razionalizzare è talora superfluo, se non addirittura inopportuno.
I versi di Carlotta mi suggeriscono l’idea della difficoltà … non di amare, ma di dire che cosa sia amare, e, anche, dell’inutilità di una sua spiegazione teorica.
Un fatto è certo, e questa poesia lo trasmette in modo ineccepibile: l’amore aggiunge, non sottrae; arricchisce, non toglie: somma una nuova sfumatura alle altre tinte dell’arcobaleno
un supporre allo spettro
un nuovo colore
acclude e include: è un avvicinarsi, un approssimare.
A cosa? All’impossibile: lo straordinario, l’inspiegabile, l’inimmaginabile per definizione che non ci fa entrare se ci attardiamo sulla soglia della porta a torcere definizioni, ad arrovellarci in controllate e filosofiche enunciazioni.
Il futuro – dirò – , isolato graficamente come lo è – amore – a sottolineare anche visivamente la loro pregnanza nel contesto, è un invito a vivere con intensità il presente della lievitazione dell’anima e del cuore, il momento della tensione sentimentale, corrente ascensionale che eleva all’indicibile, … e poi … ma veramente solo poi … a tradurre in parole.
Queste, tuttavia, non potranno che rincorrersi alla ricerca delle più giuste e appropriate.